Le chiusure verticali di un edificio in legno sono rese solidali con gli elementi di fondazione (di norma costituiti da travi rovesce o platee realizzate in calcestruzzo armato) al fine di contrastare l’effetto di azioni orizzontali (vento e sisma) che possono generare forze di scorrimento e forze di sollevamento degli stessi rispetto alla fondazione.
Il montaggio a secco di un edificio in legno impone un’accurata fase di realizzazione delle fondazioni, che dovranno perciò risultare perfettamente orizzontali e senza dislivelli e irregolarità. Infatti, mentre nella costruzione di chiusure in muratura di tipo tradizionale, che vengono realizzate direttamente in cantiere, le eventuali pendenze ed irregolarità del piano di appoggio possono essere facilmente compensate, ad esempio aumentando o diminuendo lo spessore della malta di allettamento, nelle costruzioni prefabbricate in legno le pareti giungono in cantiere già finite, complete di infissi, isolante termico, cartongessi, predisposizioni impiantistiche, etc., e non tollerano errori ed approssimazioni in fase di posa. Al termine della costruzione degli elementi di fondazione e prima della messa in opera delle pareti, è pertanto necessario verificare quote e planarità della superficie su cui le stesse andranno posizionate.
Come si è già anticipato, il legno assorbe facilmente l'acqua ed è, inoltre, un materiale biodegradabile. Tali caratteristiche fanno sì che il giunto fondazione-parete debba essere necessariamente in grado di garantire la protezione degli elementi lignei dall'umidità di risalita. A tal fine si possono adottare alcuni semplici accorgimenti costruttivi quali, ad esempio, la realizzazione lungo il perimetro dell’edificio di un marciapiede provvisto di canale di raccolta e smaltimento delle acque piovane (in questo caso, la struttura in legno potrà anche essere soprelevata di alcune decine di centimetri rispetto al piano esterno del marciapiede). Per evitare infiltrazioni nelle zone in cui è frequente l'accumulo di neve, è preferibile rialzare di circa 30-40 centimetri il piano di calpestio interno rispetto a quello esterno. Nel caso di isolamento esterno a cappotto è consigliabile inoltre, per i primi 30-40 centimetri da terra (porzione maggiormente colpita dal rimbalzo delle gocce di pioggia, nonché maggiormente soggetta all'usura dell'intonaco esterno), l’impiego di isolanti non sensibili all’azione dell’acqua (ad esempio pannelli in polistirene estruso).
Più semplicemente, in corrispondenza di chiusure verticali e divisori interni, è sempre opportuno interporre tra parete in legno e fondazione una striscia di materiale impermeabile, avente la funzione di bloccare la risalita dell'umidità e di evitare il contatto diretto tra elementi lignei e fondazioni in calcestruzzo armato. Il collegamento meccanico tra basamento ed elementi in legno avviene poi tramite l’impiego di apposite piastre angolari in acciaio in grado di trasmettere gli sforzi orizzontali e verticali, collegate agli elementi lignei con chiodi o viti, ed alle fondazioni in calcestruzzo con barre filettate e/o tasselli chimici o meccanici.
Nelle immagini seguenti sono illustrate alcune delle possibili soluzioni di raccordo tra elemento di fondazione e pareti in legno.
da Modulo 388