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17 marzo 2014

Legno: il costo energetico sostenibile e l’impatto ambientale ridotto

Anche sotto gli aspetti del costo energetico del materiale e dell’impatto ambientale dei processi di produzione e smaltimento/riciclaggio, il legno offre considerevoli vantaggi rispetto ad altre materie prime, essendo un materiale abbondante (in Italia 1 miliardo di metri cubi, con una crescita media annua pari a 30 milioni di metri cubi) e interamente rinnovabile, laddove vengano attuate le necessarie pratiche colturali previste da appositi piani di gestione forestale. A tal proposito, un’oculata programmazione di taglio e piantumazione non solo non arreca danni ambientali, ma contribuisce al continuo rinnovamento del parco boschivo esistente e fornisce allo stesso tempo del legno da impiegare in edilizia (il legname viene sottoposto a segagione prima dell’invecchiamento e sono proprio le piante giovani quelle in grado di trasformare più anidride carbonica in ossigeno).
La filiera produttiva del legno è poi, come si è anticipato, estremamente meno energivora rispetto a quella di altri materiali potenzialmente concorrenti, quali ad esempio l’acciaio e l’alluminio. La lavorazione del legno richiede infatti una quantità di energia primaria durante il processo di trasformazione inferiore rispetto ai tradizionali materiali edili e, in più, gli scarti della sua lavorazione possono essere recuperati e riutilizzati per la produzione di ulteriori manufatti o per produrre energia termica. Considerando anche la possibilità di riciclo e riuso del materiale stesso alla fine del suo ciclo di vita, il legno può essere considerato praticamente “carbon neutral”. Caratteristiche quali l’ottimo rapporto peso/prestazioni, la permeabilità e l’inerzia termica, fanno sì che il legno risulti oggi impiegato come materia prima per la realizzazione di molteplici sistemi costruttivi classificabili in due macrocategorie: sistemi a telaio e sistemi a pannelli. Se, fino a qualche tempo fa, l’impiego principale nel settore delle costruzioni era la realizzazione dell’orditura primaria (e eventualmente secondaria) con elementi-trave in legno massiccio per la costruzione di solai e coperture, oggi le più evolute e tecnologicamente avanzate realizzazioni in legno si ritrovano principalmente nel campo della costruzione di coperture di grandi dimensioni in legno lamellare ed in quello di edifici (generalmente ad uso residenziale), anche pluriplano, ad alta efficienza energetica, realizzati con tecnologie a secco. 
La fase progettuale diventa la protagonista quando si parla di costruzioni in legno, ed è strettamente connessa a quella di produzione. Questo è dovuto all’alto grado di prefabbricazione degli elementi prodotti in stabilimento, “tagliati su misura” per ciascun progetto e pronti, in uscita dal sito di produzione, alla diretta installazione in opera, abbattendo in questo modo gli oneri di costo e tempo legati all’imprevisto di cantiere. Per assicurare una corretta impostazione del progetto, occorre pertanto un reciproco scambio di informazioni tra tutte le figure coinvolte nel processo: il progettista architettonico, il tecnologo edile, lo strutturista, l’impiantista, il coordinatore della sicurezza e, non ultima, l’impresa produttrice. E’ di cruciale importanza definire tutti gli aspetti della realizzazione dell’opera, comprese le modalità di trasporto e montaggio in opera. Solo uno studio completo ed esaustivo in fase di progetto permette infatti di evitare l’adozione in cantiere di soluzioni improvvisate, difficilmente sostenibili e spesso destinate ad essere oggetto di onerosi interventi di modifica o manutenzione straordinaria.

da Modulo 387
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