L’architetto giapponese, premio Pritzker 2014, ha mobilitato il suo Voluntary Architects Network (VAN), gruppo di volontari fondato dall’architetto stesso dopo il terremoto di Kobe del 1995 per intervenire in caso di emergenza con strutture temporanee, per realizzare una serie di “case” provvisorie per le vittime delle recenti alluvioni nel sud del Giappone, che hanno causato almeno 200 vittime solo nella scorsa settimana.
Insieme ai membri del VAN e ad alcuni studenti volontari, Shigeru Ban ha costruito un sistema di partizioni formate da una serie di tubi di carta riciclata e tende in stoffa. Queste strutture temporanee, costituite da unità modulari di 2 x 2 metri, possono essere assemblate in pochissimo tempo ed essere successivamente riutilizzate dopo lo spostamento degli sfollati.
Il processo costruttivo prevede la realizzazione di un sistema a incastro attuato mediante due fori per ogni tubo di carta tra i quali viene appesa una tenda per fornire privacy ad ogni abitante delle unità.
Questo tipo di struttura temporanea e a basso costo è già stato usato in passato dall’architetto per fornire alloggio alle vittime di altri disastri tra i quali il terremoto del 2011 di Sendai e del Tōhoku, in Giappone, dove sono state costruite 1.800 unità in 50 rifugi e il terremoto di Kumamoto del 2016, sempre in Giappone, dove sono state fornite invece 2.000 unità.
L’esperienza dell’architetto, maturata nelle numerose soluzioni abitative adottate dopo calamità naturali e altri disastri umanitari, dimostra le infinite potenzialità architettoniche dei materiali economici, di recupero e del tutto naturali come la carta, il cartone, il bambù, elementi che con la loro leggerezza sono diventati uno dei suoi tratti distintivi.
Crediti fotografici: Shigeru Ban Architects