Il Progetto ARCHIBIOFOAM, che unisce l’Università finlandese di Aalto e il suo spin-off aziendale Woamy, l’Università degli Studi di Milano con il Centro per la complessità e i biosistemi e l’Università di Stoccarda, si è aggiudicato, nell’ambito del bando europeo EIC Pathfinder Challenges, un finanziamento di 3,5 milioni di euro per lo sviluppo di un bio-materiale espanso utilizzabile nell’edilizia come alternativa al cemento, all’acciaio e al vetro.
La Statale di Milano si occuperà dell’ottimizzazione dei parametri di progettazione da ottimizzare algoritmicamente tramite un software proprietario. ARCHIBIOFOAM è uno dei 43 progetti provenienti da 30 paesi dell’Unione Europea, selezionati dall’EIC nell’ambito di un bando per progetti di ricerca all'avanguardia volti a raggiungere svolte in cinque aree strategiche e che riceveranno in totale un finanziamento dall’UE pari a 159 milioni di euro. Dei 3 milioni e mezzo di euro stanziati per il progetto sul bio-foam, più di 800mila€ sono destinati al team dell’Università degli Studi di Milano, mentre il resto è suddiviso tra le altre organizzazioni partner: l’Università Aalto, l’Università di Stoccarda e Woamy. In questo progetto di tecnologia avanzata che punta a cambiare la concezione delle costruzioni verso l’idea di edifici che reagiscono naturalmente alle condizioni ambientali, espandendosi e contraendosi per controllare il flusso d'aria, l’Università degli Studi di Milano con il Centro per la complessità e i biosistemi rappresentati da Stefano Zapperi, professore di fisica della materia presso il dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli” ed esperto nella generazione automatica di modelli digitali 3D, giocherà un ruolo importante. Utilizzando un software proprietario, il suo team del Centro sarà in grado di specificare i parametri di progettazione da ottimizzare algoritmicamente, come la sensibilità al calore e all'umidità del bio-foam, in modo ottenere i migliori risultati.