Atelier(s) Alfonso Femia vince il concorso di progettazione per la realizzazione del Complesso Scolastico “G. B. Cavalcaselle” del Comune di Legnago (VR).
La proposta dello studio di Alfonso Femia vede il connubio tra impegno sociale e idea architettonica che ha portato al disegno di edifici in grado di sviluppare unitamente un sistema funzionale pragmatico e una realtà aggregativa per gli studenti, con corti aperte verso una cinta verde che abbraccerà il costruito, proteggendo gli spazi collettivi. Un tessuto naturale e minerale di piazze, orti, frutteti e siepi porta il paesaggio nel cuore dell’edificato.“La scuola è il primo luogo in cui una comunità si forma e costruisce il proprio futuro e quella del paese a cui appartiene – dichiara lo stesso Femia – l’architettura deve coniugare responsabilità e visione, rapporto con il tempo e senso di appartenenza, dimensione reale e immaginaria legata alle nuove generazioni che la vivranno e che in quei luoghi, di formazione e incontro, costruiranno una parte importante della loro vita”. Il legno è stato scelto come materiale principale: stabilizzato ad alte performance energetiche per l’involucro, Xlam e lamellare per le coperture di aule e palestra. Particolare attenzione al tema dell’energia rinnovabile con l’installazione di pannelli solari termici e un impianto fotovoltaico integrato nella copertura per coprire la maggior parte dei consumi dell’edificio. Stimato un risparmio dell’80% sui costi di esercizio rispetto ad un sistema tradizionale. Innovazione anche nel layout con ambienti separati da pareti mobili altamente insonorizzanti che, una volta aperte, consentiranno di raddoppiare gli spazi. L’edificio è in legno composito, con la possibilità di essere intervallato con elementi di alluminio e di ceramica. Il materiale e il susseguirsi di elementi verticali genera una facciata vibrante, coerentemente con l'idea di una scuola che pone in primo piano il rapporto con la natura ed il paesaggio. «Se si vuole, basta volgere lo sguardo per essere partecipi dell'attività che si svolge nella scuola». afferma Femia « Noi non ce ne rendiamo conto, ma ogni qualvolta entriamo in spazi di questo tipo stiamo bene, perché contemporaneamente viviamo la nostra dimensione intima ma anche quella collettiva».