Modulo: Come siete riusciti ad ottenere l'incarico
per la Torre Zucchetti?Marco Visconti: L’incarico per la progettazione della
Torre Zucchetti è arrivato direttamente dal Presidente
dell’azienda, che conosceva i nostri progetti e aveva il
desiderio di realizzare un edificio sostenibile e rappresentativo
del concept aziendale, cioè del continuo aggiornamento
e cambiamento che rende la Zucchetti una
delle maggiori software house mondiali. L’edificio doveva
essere flessibile, esplicitamente sostenibile, fruibile e
confortevole all’interno. Appunto la flessibilità, soprattutto
nell’utilizzo degli spazi interni, ha rappresentato il
leit motiv del progetto, insieme al comfort delle persone
che ogni giorno passano molte ore al lavoro all’interno di
questi uffici, di fianco alle grandi vetrate, godendo di una
bellissima vista, ma allo stesso tempo disturbati forse
da una luce troppo intensa. Per questo motivo abbiamo
cercato di calibrare l’entrata di luce naturale sia con sistemi
esterni, i frangisole, sia con sistemi interni, quindi
luce artificiale a led progressiva. Dal punto di vista del
comfort ambientale abbiamo veramente lavorato molto,
fin nel minimo dettaglio.
Modulo: Vi siete quindi occupati sia della progettazione
degli esterni sia dell’interior design?
Marco Visconti: Si, abbiamo curato entrambi gli aspetti
della progettazione. Quello che abbiamo cercato di trasportare
all’interno del progetto, sia per quanto riguarda
gli esterni, sia per gli interni, è il concept dell’azienda,
quindi l’aggiornamento continuo dei programmi e della
crescita delle persone che vi lavorano. L’azienda ha bisogno
di cambiare, di crescere insieme ai suoi dipendenti,
di funzionare in modo veloce e senza l’impiego di troppe
risorse. In questo senso la flessibilità è stata una delle
prime caratteristiche che abbiamo approfondito e che
ha costituito un primo passo verso la sostenibilità.
Modulo: La flessibilità potrebbe essere intesa
anche come movimento e cambiamento. Come
reagisce l’edificio ai cambiamenti climatici? Per
esempio, i frangisole esterni sono fissi o mobili?
Marco Visconti: I frangisole esterni sono fissi, e sono
calcolati sulla media solare. La loro forma nasce proprio
dal tracciato solare, dalla geometria dell’impronta energetica
che colpisce l’edificio, sottolineandone il legame
con la natura, soprattutto dal punto di vista formale. La
Torre reagisce ai cambiamenti climatici, in qualche modo si protegge dal sole e dall’aumento di temperatura
mantenendo al proprio interno un microclima stabile,
sfruttando invece la potenza del sole per la produzione
di energia elettrica attraverso l’utilizzo di pannelli
fotovoltaici posti a sud. Dal punto di vista energetico
abbiamo seguito le direttive del protocollo Leed Gold:
l’edificio sfrutta la ventilazione naturale, è dotato di impianto
geotermico grazie alla presenza nella zona di
grandi quantità di acqua sotterranea, che incrementa
l’apporto di energia per il raffrescamento d’estate e il
riscaldamento d’inverno. Questi fattori sono essenziali
per la strategia di progettazione sostenibile dettata dal
protocollo Leed, che però non si ferma agli aspetti energetici,
ma abbraccia altri ambiti, come la costruzione,
la posizione dell’edificio, la scelta dei materiali e molto
altro. Questo progetto è stato attuato su un edificio esistente,
ed è un fattore altrettanto importante, perché
i lavori di ristrutturazione che abbiamo eseguito sono
stati veramente drastici.
Modulo: Si trattava quindi di un edificio abbandonato?
In quali condizioni versava?
Marco Visconti: La Torre era un tempo occupata dagli
uffici della Provincia di Lodi. Per qualche anno è rimasta
inutilizzata, fino a quando la Zucchetti ha deciso di
comprare l’immobile. Trattandosi di una vecchia costruzione
il lavoro più consistente è stato quello di metterla
a norma: abbiamo tagliato tutti gli impalcati delle scale,
tagliato gli spigoli frontali grazie alla presenza di pilastri
arretrati, sconvolto drasticamente l’impianto dell’edificio.
Originariamente a pianta quadrata, il progetto ha
assunto alla fine un conformazione curva, fluida, molto
naturale.
L'intervista integrale pubblicata su Modulo 412/2018