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27 ottobre 2017

L'intervista a Franco Guidi e Alessandro Adamo, partners di Lombardini 22

MODULO: Lombardini22 opera a livello internazionale attraverso 5 brand, offrendo un servizio a 360°. Dove e come nasce Lombardini22? 
Franco Guidi: Lombardini22 è nata dall’intesa di 6 professionisti: 2 architetti, 2 ingegneri e 2 economisti. È quindi nata subito con una forte connotazione multidisciplinare e una spiccata idea di aggregazione intorno a valori comuni, con una logica orientata al mercato immobiliare. Il tema di “creare valore per i nostri clienti” è quello che ci ha visti fin da subito protagonisti e che ci ha consentito di posizionarci velocemente sul mercato, grazie a collaborazioni importanti nel campo retail, ospitalità, uffici. Il tema della consulenza per uffici era, all’epoca, poco sviluppato in Italia, e noi avevamo l’esigenza di avere una visione internazionale a riguardo: per questo motivo siamo venuti a contatto con il mondo di DEGW in una visita a Londra, e da lì è nata una collaborazione che ha poi portato all’acquisizione della società italiana nel 2009, a circa un anno dalla nostra fondazione. Il mondo DEGW è entrato prepotentemente nel mondo Lombardini22, consentendo alla società una crescita spiccata e organica nei settori di riferimento. Con DEGW abbiamo acquisito il settimo socio, l’architetto Alessandro Adamo, con noi dal 2008. Una delle caratteristiche fondamentali di Lombardini22 è che i 7 soci sono molto diversi tra loro, è una compagine molto orientata alla cooperazione. Oggi siamo circa 170 persone, siamo cresciuti un po’ per gradi, non ragionando mai in termini di “crisi che si sarebbe risolta”, ma in “evoluzione del mercato” che avrebbe creato nuove prospettive, e su quelle ci siamo adattati. Oggi operiamo con Lombardini22 che è il macro brand, sotto il cui cappello abbiamo: L22 nei campi dell’architettura e dell’ingegneria, che stiamo ridividendo in Retail, Engineering e Urban; DEGW nella progettazione degli uffici; FUD nel marketing e branding dedicato al mercato immobiliare; CAP DC, una società in join venture con dei soci francesi dedicata alla realizzazione di data center; Eclettico Design nell’ospitalità. 

MODULO: Siete quindi una società che opera nei principali settori del mercato, ma in quali siete più competitivi e più conosciuti? 
Franco Guidi: Nel mercato siamo sicuramente più noti per le parti ufficio, retail e architettura. Molte volte architettura e uffici si confondono, quando in realtà i clienti dei due settori sono molto diversi tra loro. Per esempio abbiamo lavorato per gli interni ufficio con Microsoft, Deutche Bank, Nestlè… La caratteristica che ci connota, e per la quale siamo conosciuti e riconosciuti, è quella di essere specializzati nei principali settori e di gestire un progetto a 360°, dalla fase di concept alla progettazione preliminare, definitiva, esecutiva, fino alla direzione lavori e ai collaudi.

MODULO: Uno dei temi al quale siete molto legati è quello dei giovani, che voi considerate una risorsa e un’opportunità. Come gestite questa risorsa? 
Franco Guidi: La media d’età delle persone che lavorano in Lombardini22 è di 34 anni, ma abbiamo una mediana a 32, ciò significa che metà delle persone che lavorano qui ha meno di 32 anni. Questo grazie anche alla politica degli ultimi 3 anni che noi chiamiamo “della cantera”, del vivaio del Barcellona (scusi il detto calcistico) che garantisce, a chi è con noi da più anni, una crescita naturale, con ruoli di responsabilità sempre maggiori, che ci consente di avere un bacino di persone capaci, entusiaste e preparate. Questo ci ha consentito anche di avere un team più internazionale, con ragazzi dalla Spagna, Turchia, Ecuador, America… un flusso di persone, sia straniere che italiane, che trovano un ambiente vivace e aperto, in cui possono maturare le loro competenze all’interno di un team. Pensiamo di essere gli unici in Italia ad avere questo approccio.
Alessandro Adamo: Ma soprattutto un approccio al progetto da società, che ci differenzia dal singolo architetto o studio di architettura. Anche nella parte di analisi, il progetto non viene visto solo dal punto di vista architettonico, ma a 360 gradi, valutandone il valore economico, le tempistiche di realizzazione, la capacità di creare valore per il cliente, che sia la proprietà o l’affittuario. È un approccio completamente diverso, dato anche dalla multidisciplinarietà che ci caratterizza: ognuno dei soci infatti ha competenze diverse e specifiche. Adolfo Suarez è cresciuto nel mondo retail; Marco Amosso ha lavorato sempre nel campo dell’architettura per studi molto importanti, tra cui Renzo Piano; io sono cresciuto nel mondo degli uffici… ognuno ha grande competenza nel proprio settore, e il fatto di avere dei brand a sottolineare le diverse peculiarità crea una matrice di interazioni sui progetti che vanno ad aggiungere valore ad ogni passaggio. Credo sia un approccio unico sul mercato, almeno su quello italiano. 


L'intervista completa pubblicata su Modulo 406, marzo/aprile 2017
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