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13 novembre 2019

INARCH Per una rinnovata alleanza tra economia e cultura

L’IN/Arch guarda al suo operato recente con la pubblicazione 1998/2018. 20 anni di impegno per l’Architettura. Un lavoro ispirato sempre da una profonda convinzione: l’Architettura è (o dovrebbe essere) un fattore determinante per la qualità della vita dei cittadini e per il progresso competitivo e tecnologico di un Paese. E alla domanda Esiste una domanda sociale di Architettura?
Il sottosegretario al MiBACT Anna Laura Orrico così è intervenuta nel corso dell’evento Inarch di venerdì 8 novembre a Roma "La domanda sociale di architettura esiste ed è forte, ed è urgente che la politica dia risposte.  Abbiamo bisogno di un’architettura che sia in grado di valorizzare il paesaggio, l’ambiente, che ci aiuti a ridurre sempre di più il consumo di suolo, un tema sempre di stringente attualità. Abbiamo bisogno di opere in grado di migliorare gli spazi e i luoghi, di riqualificare i territori, di recuperare le aree industriali dismesse, di rigenerare gli spazi pubblici abbandonati, i beni culturali sottoutilizzati, le periferie urbane, di valorizzare manufatti storici e siti archeologici. Abbiamo bisogno di creare città belle, accoglienti, all’insegna della sostenibilità, attente agli aspetti ambientali." Un progetto di ripresa economica – ha detto Adolfo Guzzini nella sua relazione introduttiva - non può che rinascere dal binomio cultura ed economia. Un sistema in cui cultura e manifattura si innestano reciprocamente affinché l’economia della cultura possa produrre quei moltiplicatori del valore che gli consentono di fungere da volano anche per il resto del sistema produttivo.  E sul ruolo del progettista il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli si è espresso con forza sottolineando la sua centralità nel processo progettuale “il progettista deve mantenere il suo ruolo dall’inizio, dalla fase di ideazione del progetto di architettura, alla fine, con la direzione lavori”. Per concludere le considerazioni di Andrea Margaritelli, presidente Inarch, pongono all’attenzione i temi sui quali l'Istituto è fortemente impegnato. La prima riguarda il ruolo sempre più strategico della cultura del progetto nel processo di sviluppo della città contemporanea. Parliamo però di progettazione integrata, che non può più limitarsi alla visione strettamente architettonica o urbanistica, ma deve necessariamente abbracciare ambiti sempre più larghi e correlati: quelli che vanno dall’ecologia, medicina, scienze agrarie e botaniche, ingegneria dei trasporti, automazioni, fino alla comunicazione, marketing territoriale e city branding. La seconda riflessione riguarda il ruolo sempre più strategico destinato ad essere assunto dalle infrastrutture, su diversa scala. “Per evitare che la tendenza alla concentrazione nelle città porti ad implosione occorre garantire – ha affermato Margaritelli - specie in un Paese con la specifica natura fisica, storica e culturale dell’Italia, il funzionamento, oltre che delle aree metropolitane anche delle cosiddette città diffuse o reticolari, oltre che dei territori interni”.