Un monumento industriale che si tramuta in una roccia; sopra di essa si infrange un’onda. Alta 110 metri, ha il classico profilo superficiale ondulatorio e casuale, esule da ogni possibile razionalizzazione tramite formule matematiche. E il movimento dell’acqua è fissato in un unico istante, come se fosse stato preso e congelato con una forma trapezoidale estrusa, precisa e opposta alla natura accidentale della massa liquida. Al di sopra della storica “Keispeicher Warehouse” ad Halfen City, nella storica zona portuale di Amburgo, fluttua la Elbphilarmonie: con la medesima sagoma del fabbricato storico sottostante, progettato da Werner Kallmorgen, ma dotata di un carattere marittimo preso in prestito dalle immagini del Mare del Nord. Herzog & de Meuron restituiscono sensazioni analoghe a quelle contenute nelle opere di Caspar David Friedrich: una drammaticità inerte, romantica, certamente tedesca. Una sensazione quasi tattile di freddezza riverbera dall’involucro vetrato, costituito da 1100 pannelli, molti dei quali già posizionati sulla griglia in acciaio di fissaggio. Qua e là la pelle si corruga, con blob convessi posizionati casualmente sulla superficie della pelle perimetrale: un tentativo di rottura dell’ immobilità suscitata dall’interruzione del moto, come se le particelle di acqua premessero all’interno del contenitore virtuale nel quale sono state forzate. Costrizione - plasticità; un rapporto quasi ossimorico è sintetizzato con una espressività inedita degli architetti svizzeri e si delinea con evidenza nelle recenti fasi di costruzione. Gli opposti si attraggono, per poi respingersi: immobilità e movimento, gravità e ascesa sono calamitati dal sottile filo privo di materia del 37 piano, che divide la solida roccia basamentale dall’anomala onda sovrastante.