Un grande insetto con le ali spiegate. Simmetriche rispetto al corpo, sembrano immobilizzate nell’istante stesso di spiccare il volo, quando raggiungono la massima apertura possibile. Estruse, leggere, metalliche, le ali non sono altro che le coperture inclinate delle tribune sportive e l’insetto in questione è il nuovo Centro Acquatico di Zaha Hadid. Il dorso è l’enorme tetto, una sinuosa lamina omogenea appoggiata su tre soli sostegni in calcestruzzo, due collocati a nord ed uno a sud, che sorreggono una sfida costruttiva del peso di settanta tonnellate. La prodigiosa struttura progettata dell’architetto iracheno, con la collaborazione di Arup & Partners, è completata. Sorprendente, incredibile. La copertura in acciaio, che sarà presto rivestita da un manto di lastre di alluminio, è sostenuta da ventisei capriate in acciaio che scaricano il peso sugli enormi setti in cemento armato, realizzati con più di 20.000 tonnellate di miscela gettata in opera. I numeri sono da capogiro così come la capacità ed il quantitativo di funzioni riunito al di sotto di questo involucro concavo: nuoto, diving, nuoto sincronizzato, pentathlon, tuffi, saranno suddivisi nelle tre piscine olimpioniche scavate. Con 17.500 spettatori.
Di Beatrice Vegetti