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25 novembre 2024

Il Bosco verticale compie 10 anni: quel (nuovo) simbolo di Milano con 200 copie nel mondo che insidia il Duomo

Il compleanno delle iconiche torri. L'architetto Stefano Boeri: «L'ispirazione l'ho avuta dal Barone rampante di Italo Calvino. Ho capito che era diventato famoso quando è comparso nelle tavole di Dylan Dog»
Il geranio, la campanula, la pervinca, il melo ornamentale. Varia, cambia con le stagioni, muta i colori, avvicenda ospiti con le ali, siano essi insetti siano uccelli. Eppure è quanto di più stabile ci sia con le fondamenta che artigliano il terreno in profondità. È il miracolo del Bosco Verticale, la creatura di Stefano Boeri che in questi giorni festeggia il suo decimo compleanno. Due torri residenziali di 110 e 76 metri di altezza che ospitano 800 alberi, 4.500 arbusti e 20 mila piante di cento specie vegetali diverse, distribuite in base all’esposizione al sole della facciata. Equivalgono a circa cinque ettari di parco in pianura, ma concentrati su un’area di circa mille metri quadrati. Più che un edificio, un manifesto politico, di come sia possibile realizzare un ecosistema dove insieme al cemento al vetro all’acciaio ci sono piante, alberi, foglie, insetti, uccelli e umani.
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