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26 novembre 2015

REAL ESATE - Report di Scenari Immobiliari sulla ripresa del Real Estate in Europa: dove siamo?

La ripresa nell’area euro si dovrebbe rafforzare gradualmente nei prossimi due anni, sebbene a un ritmo più moderato del previsto a causa soprattutto della più debole espansione del commercio con i Paesi emergenti. Secondo le ultime proiezioni macroeconomiche della Bce la crescita del Pil reale dovrebbe aumentare dell’1,4 per cento nel 2015, 1,7 per cento nel 2016 e 1,8 per cento nel 2017.
I principali mercati immobiliari europei sono in fase di ripresa, grazie alla crescente liquidità e al forte aumento degli investimenti istituzionali. La crisi della Cina potrebbe comportare un rallentamento degli acquisti immobiliari in Europa da parte degli investitori cinesi, che nell’ultimo periodo sono stati i principali compratori, insieme ai fondi americani. Le prospettive, tuttavia, sono complessivamente positive.

Il comparto residenziale ha mostrato segnali di ripresa nella maggior parte dei mercati. Le previsioni per i prossimi diciotto mesi sono di una crescita graduale e costante delle compravendite, guidata quasi ovunque dall’andamento positivo dell’usato, mentre gli scambi di nuovo sono ancora stagnanti a causa di una maggiore imposizione fiscale, quotazioni più elevate e minori margini di negoziazione. La ripresa della domanda residenziale è sostenuta anche dall’aumento del volume dei mutui, grazie ai tassi di interesse favorevoli.
I prezzi medi dovrebbero aver raggiunto la fase più bassa del ciclo, sebbene qualche aggiustamento verso il basso sia ancora atteso nella seconda parte del 2015 in qualche mercato. Il 2016 dovrebbe interrompere il ciclo negativo, con stabilizzazione dei valori in alcune zone, come la Francia, e crescita anche sostenuta, in un buon numero di mercati.

Il mercato degli uffici europeo è in fase di miglioramento. Nonostante la discontinuità dello scenario economico e un aumento ancora modesto dell’attività edilizia, la maggior parte dei mercati ha raggiunto un buon equilibrio, con aumento della domanda intorno al dieci per cento rispetto all’anno precedente, rafforzamento dell’assorbimento, soprattutto nelle principal città dell’Europa del sud, oltre che a Londra e Parigi, e calo della vacancy rate, attualmente intorno al 10,5 per cento, con previsione di ulteriori flessioni nel prossimo biennio.
Lo sviluppo dei mercati, tuttavia, è frenato da una diffusa carenza di offerta di prodotti di qualità, in quanto, pur essendo l’attività edilizia in aumento, i nuovi prodotti verranno immessi sul mercato solo nel biennio 2016-2017. A livello europeo le quotazioni indicano una crescita media annua intorno al 2,5 per cento nei prossimi cinque anni.

Il comparto industriale europeo ha evidenziato notevoli segnali di miglioramento, in quanto l’aumento della produzione industriale ha innescato la crescita della domanda immobiliare. In un contesto ancora fragile, però, l’attività continua a essere guidata dai processi di ristrutturazione delle società, finalizzati alla centralizzazione delle operazioni, riduzione dei costi di trasporto e gestione, miglioramento dell’immagine. Tra i settori a maggiore potenziale di crescita si colloca la logistica, guidata dall’e-commerce e dalla distribuzione, anche se l’assorbimento è ancora limitato a causa della scarsa offerta di spazi di alto livello nelle città più importanti. La vacancy rate in Europa è a livelli storicamente bassi e l’offerta di spazi di grandi dimensioni è vicina a zero in molti mercati.

Lo scenario economico in costante evoluzione esercita un’influenza negativa sui consumi, con riflessi significativi sul mercato commerciale, che mostra un andamento a doppia velocità. Da un lato le incertezze economiche non frenano l’espansione dei brand di maggiore successo, che aprono nuovi punti vendita in un numero sempre più vasto di città e ristrutturano e ampliano quelli esistenti. Dall’altro stenta a crescere la domanda da parte delle società commerciali di medio livello, la cui strategia continua a essere guidata da una logica di razionalizzazione degli spazi e contenimento dei costi. Il divario è ampio anche tra città, con una sempre maggiore polarizzazione della domanda nelle metropoli più importanti, mentre le città di piccole dimensioni sono ostacolate da una crescita economica debole e dalla difficoltà di attirare le società internazionali.

Negli otto Paesi europei considerati il 2015 si dovrebbe chiudere con un patrimonio di oltre 471 miliardi di euro, che significa un aumento di circa il 6,1 per cento rispetto all’anno precedente e quasi il cinquanta per cento in più delle punte raggiunte nel 2007.