Villa Borromeo D'Adda è un importante complesso monumentale situato ad Arcore, la cui struttura originale risale agli inizi del XVIII secolo. Il cuore dell'intervento di Alfonso Femia è lo speciale legame tra la villa e il parco.
L’ostacolo principale era dato dal fatto di dover intervenire su un edificio vincolato: integrare un nuovo sistema impiantistico e migliorare l’involucro, mantenendo intatto il valore storico dell’edificio, si è infatti rivelato un compito non semplice in tutte le fasi di progetto, inclusa quella di sviluppo della nuova illuminazione artificiale. L’intervento illuminotecnico ha interessato gli ambienti esterni, lo scalone monumentale e le zone comuni, inserendo nel contesto della villa forme nuove e contemporanee che giocano sul contrasto con gli elementi già presenti. Per rispettare i limiti imposti dal restauro conservativo che richiedeva apparecchi non invasivi, è stato utilizzato Underscore In Out, un elemento lineare, completamente integrato nell'architettura e in grado di soddisfare i requisiti minimi illuminotecnici richiesti per la zona degli ingressi e dei porticati. In linea con le esigenze della soprintendenza, gli apparecchi luminosi sono stati posizionati sul perimetro interno delle pensiline rococò che sporgono dalle facciate principali e sono stati utilizzati anche per i corrimano, trasformandoli in un elemento fondamentale per l’illuminazione delle rampe di accesso perimetrali. Gli Underscore nella versione a sospensione - montati su un profilo in alluminio e dotati di schermo opalino - sono presenti anche in alcune stanze della villa e illuminano gli ambienti interni in maniera omogenea e diffusa. Per valorizzare lo scalone monumentale, si è invece optato per una composizione di apparecchi Drop by Drop, disegnati dallo stesso Alfonso Femia e prodotti da iGuzzini, che conferiscono movimento allo spazio e fanno dialogare antico e moderno. Queste soluzioni a sospensione, dalla forte carica contemporanea, sono inserite nel contesto storico della villa singolarmente, a coppie o a grappolo, in diverse finiture e con diverse altezze. Per le zone comuni è stato invece progettato un apparecchio speciale, che ha consentito di ovviare ai vincoli strutturali che impedivano l’uso di apparecchi a soffitto. L’obiettivo iniziale era infatti di avere un elemento lineare da poter posizionare in verticale o in orizzontale a seconda del layout architettonico. Il risultato è un modulo di diverse lunghezze (1500mm / 2000mm /3000mm) che, grazie a un sistema di aggancio a parete che ne permette l’orientabilità, può ruotare di 315° su un singolo asse. Un apparecchio minimale che caratterizza gli spazi con la sua tridimensionalità, nata dalla differenza di colori delle singole parti che lo compongono.