Il meglio dell’architettura contemporanea sta per approdare ad Assisi e Perugia: le due città umbre faranno fronte comune per ospitare la terza edizione di Festarch, manifestazione biennale ideata e diretta da
Stefano Boeri in programma dal 2 al 5 giungno 2011. Piazze, strade, palazzi storici, teatri e musei dei borghi storici costituiscono la scenografia ottimale per accogliere performance, installazioni, incontri e convegni stabiliti nel fitto calendario dell’evento. Situate nel cuore verde d’Italia, Assisi e Perugia sono infatti state individuate come le migliori location per un festival di architettura internazionale che aspira a divenire una piattaforma di discussione sull’ambiente costruito ed il paesaggio. Il futuro planetario delle nostre società urbane, il profilo strutturale delle metropoli di nuova formazione, il loro funzionamento e rapporto con il territorio e la natura saranno gli aspetti indagati da progettisti, artisti, filosofi. Ed ogni autore, architetto, scrittore, critico è invitato a raccontare le proprie idee circa un luogo preciso del pianeta: le due città del centro Italia si tramuteranno in un atlante di siti e località, da Tokyo a Medellin, da Pechino ad Ottawa, da New York a Mumbai. Si parlerà, come suggerisce lo stesso tema del festival “Anticittà – Fare città nell’epoca della dissipazione urbana”, delle modalità con cui è possibile proporre nuovamente aggregazioni umane di qualità, della forma e dell’ordine della città, della necessità di ripristinare una condizione pervasiva di vita sociale. Ad intervenire nel dibattito promosso da Festarch alcuni protagonisti dell’architettura internazionale: Kazuyo Sejiima, Tom Mayne,
Zaha Hadid,
Peter Eisenman, Peter Cook, Yona Friedman, Bjarke Ingels, Diller & Scofidio,
Giancarlo Mazzanti, Benedetta Tagliabue, Michael Maltzan, Francois Roche, Bernard Khoury, discuteranno del ruolo dell’architettura nel processo di costruzione e trasformazione delle metropoli nei differenti peasi del mondo. Insieme a loro, nell’obiettivo di affiancare contributo di tipo teorico/critico, illustri esponenti della didattica e giornalisti come Mohsen Mostafavi, Ole Bauman, Joesph Grima e Geoff Manaugh. Ma Festarch non è semplicemente architettura e il dialogo sul futuro delle nostre città mira a delineare una realtà globale, dove il panorama edilizio ed urbano si fondono con le discipline del design e dell’arte contemporanea.