Il 25 maggio Vincenzo Boccia è stato eletto nuovo presidente dell'associazione, con l'87% delle preferenze. L'imprenditore salernitano, conferma il voto di designazione del Consiglio generale del 31 marzo e resterà in carica per il quadriennio 2016-2020.
Un lungo applauso chiude l'elezione di Boccia. 52 anni, amministratore delegato dell'azienda di famiglia Arti Grafiche Boccia e laureato in Economia e Commercio.
Dalla relazione del neo presidente si legge:
"Nel segno dell’efficienza energetica riqualifichiamo gli edifici pubblici e le abitazioni civili, mettendo in piedi un programma nazionale. Si può partire dalle periferie, che Renzo Piano qualche giorno fa ha chiamato "fabbriche di desideri". Siamo d'accordo con lui quando dice che se la missione del secolo scorso è stata di salvare i centri storici, quella di questo secolo è salvare le periferie. Vanno rilanciati i progetti infrastrutturali. Le infrastrutture sono la base per lo sviluppo. Strade, ferrovie, porti, aeroporti: l'economia di un paese progredisce attraverso le sue vie di comunicazione.
Gli ottomila chilometri di costa ci impongono di parlare di economia del mare. Il piano strategico della portualità e della logistica è un progresso in termini di razionalizzazione ed efficienza, ma è criticabile sul piano della governance. Bisogna renderei nostri porti realmente competitivi e in grado di intercettare nuovi traffici che transiteranno dal raddoppiato Canale di Suez, accogliendo navi sempre più grandi. La carenza infrastrutturale penalizza in particolare il Mezzogiorno. All'estero ci chiedono spesso come sia che oltre 150 anni di storia unitaria non siano bastati a risolvere la questione meridionale. Rispondere è imbarazzante.
La verità è che al Sud non servono politiche straordinarie. Servono politiche più intense ma uguali a quelle necessarie al resto del Paese. Sfruttando con intelligenza e pienamente i fondi strutturali europei, come un volano attorno al quale far ripartire gli investimenti pubblici e privati, come ci ha chiesto nei giorni scorsi la Commissione Europea, accordandoci la flessibilità".