Assobim presenta i risultati dell’indagine annuale sul mercato del Building Information Modeling in Italia.
Giunge alla sua seconda edizione il BIM Report, l’indagine sul mercato del Building Information Modeling in Italia promossa da Assobim, l’associazione nata per promuovere la diffusione del Building Information Modeling e sostenere l’attività dell’intera filiera tecnologica del BIM. E i risultati parlano di un panorama BIM in costante crescita non solo sotto il profilo dei numeri ma anche delle competenze.
Ampio anche quest’anno il panel dei partecipanti, composto da diverse centinaia di operatori professionali della filiera fra cui studi di progettazione, società di engineering, imprese di costruzioni e manutenzioni, società di servizi IT, committenza pubblica e privata, produttori di materiali e componenti, enti della Pubblica Amministrazione, Università e Centri di ricerca, che ha permesso di delineare una mappa aggiornata della diffusione del BIM in Italia, della percezione dei suoi punti di forza, criticità e prospettive, allo scopo di contribuire all’ulteriore sviluppo di questa metodologia e proseguire il percorso evolutivo inaugurato con l’introduzione del DM 560/2017.
Punto di partenza dell’edizione 2020 del BIM Report è stato anche in questa occasione l’analisi del grado di conoscenza e utilizzo del Building Information Modeling e delle sue potenzialità fra gli operatori del settore, i cui esiti hanno confermato il trend positivo già emerso con chiarezza lo scorso anno. Il campione intervistato - costituito in larga parte da studi di progettazione (oltre il 52% del campione) e società di engineering (17,1%), con un numero di collaboratori al di sotto delle dieci unità in quasi il 68% dei casi (erano il 76% nel 2019) e un fatturato al di sotto del milione di euro nel 70% dei casi (contro il 75% della scorsa edizione) – rispecchia nelle caratteristiche essenziali la scala delle realtà professionali italiane, rendendo perciò particolarmente fedele il quadro emergente dalle risposte al questionario: oltre la metà del campione conosce e utilizza la metodologia BIM, mentre un ulteriore 40% circa la conosce ma non la utilizza o ne fa un uso parziale, e solo un numero marginale di operatori (di poco superiore al 10%) non ne è a conoscenza, risultati, questi, sostanzialmente in linea con quelli dell’ultima edizione dell’indagine.
Allo scopo di valutare anche dal punto di vista qualitativo il grado di diffusione del BIM un secondo blocco di domande si è focalizzato sulla quantificazione del livello di competenze BIM dichiarato dagli operatori e i canali informativi utilizzati da questi ultimi per consolidarle e integrarle. Circa il 13% del campione (in lieve salita rispetto al 10% della scorsa edizione dell’indagine) si dichiara molto sicuro delle proprie conoscenze e competenze, mentre oltre il 50% - dato anch’esso in crescita di due punti percentuali - lo è in misura buona o sufficiente; il restante 37% evidenzia carenze in merito più o meno accentuate (anche questo dato segna un miglioramento, cinque punti percentuali rispetto al 2019). A distanza di un anno, quindi, pur rimanendo ancora elevata la quota di professionisti non ancora dotati di competenze consolidate in ambito BIM, i numeri parlano di una progressiva crescita quantitativa e qualitativa delle stesse, delineando una curva tendenziale sostanzialmente positiva. Interessante anche il panorama delle fonti di informazione/formazione in ambito BIM cui gli operatori dichiarano di attingere; crescono fino a raggiungere la prima posizione i siti internet e i media di settore, utilizzati dal 25% del campione, seguiti in seconda posizione dal sempre efficace confronto con consulenti BIM e altri professionisti e colleghi, che valgono circa il 18% del totale. Significativo il risultato di ASSOBIM, che con quasi l’11% - in confronto al 7% della scorsa edizione – vede crescere il proprio ruolo di punto di riferimento formativo.
Alla crescita di conoscenze, competenze e utilizzo hanno fatto riscontro i dati circa il grado di consapevolezza dei vantaggi derivanti dall’adozione della metodologia BIM nella pratica professionale. Oltre l’80% del campione - il 10% in più rispetto al 2019 - si dichiara convinto che l’adozione del BIM sia in grado di contribuire fortemente (fino a un terzo in meno) alla riduzione del costo iniziale di costruzione e dei costi relativi all’intero ciclo di vita dell’edificio, nonché alla riduzione (fino al 50% in meno) del tempo complessivo di realizzazione dell’opera, dall’avvio al completamento dei lavori. A fronte di questi ed altri elementi di forte positività e consapevolezza del ruolo strategico che il BIM è sempre più destinato a giocare, alcune risposte hanno evidenziato anche le inevitabili criticità e difficoltà che l’utilizzo di questa metodologia comporta per gli operatori e nelle relazioni con il mercato. Rimangono ad esempio perplessità, espresse da quasi il 70% del campione, circa il fatto che i clienti non siano ancora in grado di comprendere i vantaggi offerti dal Building Information Modeling, cosa che di conseguenza richiede l’adozione di azioni mirate a diffondere tale consapevolezza anche fra i destinatari/utilizzatori finali dell’opera. Un dato, questo, parzialmente riequilibrato dalla convinzione, espressa da circa la metà del campione, che la domanda di adozione del BIM da parte di committenti e clienti sarà destinata in qualche misura ad aumentare nel prossimo futuro, anche grazie agli stimoli normativi del DM 560/2017.