Convegno il 27/11, h.11.30. Mostra dal 27/11 al 6/3/2016.
La mostra, curata da Alberto Farlenga e Marco Biraghi, racconta la vicenda dell’architettura italiana del secondo Novecento nel suo complesso.
Il corpo principale dell’esposizione è composto da circa 120 opere, comprendenti modelli e disegni originali, e album che ne illustrano nel dettaglio gli aspetti progettuali. Da Ludovico Quaroni a Ignazio Gardella, da Aldo Rossi a Renzo Piano, sono presenti i lavori dei massimi protagonisti della storia dell’architettura italiana dal dopoguerra al Duemila.
Oltre a mettere in evidenza una varietà linguistica che non ha pressoché paragoni in altri paesi, la mostra tratta dei profondi legami che l’architettura italiana ha intrattenuto con questioni, aspetti territoriali e discipline ulteriori, testimonianza di una vicenda ricca, articolata e unica che in alcuni momenti ha fortemente influenzato la cultura architettonica di altre parti del mondo.
La prima sezione si articola in stanze dedicate a temi specifici. L’allestimento di ciascuna di tali stanze è stata affidata a una curatrice diversa: l’evoluzione del cantiere a Carmen Andriani, il design a Silvana Annicchiarico, gli archivi a Chiara Baglione, le scuole di architettura a Fernanda De Maio, le istituzioni culturali a Paola Nicolin, l’editoria di settore a Raffaella Poletti. Ogni stanza declina in varie forme il tema trattato, mettendolo in stretta connessione con la situazione italiana.
Da qui prende il via la sezione espositiva vera e propria, introdotta da una galleria dedicata al disegno in cui sono presenti alcune tra le opere grafiche e pittoriche più rappresentative del tempo, come le “città analoghe” di Aldo Rossi e di Arduino Cantafora.
Se il disegno come espressione autonoma accompagna l’intera esposizione, la parte centrale è caratterizzata da una sorta di paesaggio urbano composto da modelli di edifici e di quartieri, a testimonianza – tra l’altro – di un’ennesima particolarità della scena architettonica italiana del secondo dopoguerra: lo sviluppo di una grande arte della modellistica, che ha avuto interpreti eccellenti come Giovanni Sacchi. Un altro rapporto importante sviluppato dall’architettura italiana è quello con la fotografia di paesaggio. Per questo una sezione della mostra è dedicata alle immagini di alcuni dei migliori fotografi italiani (da Gabriele Basilico a Luigi Ghirri).
Infine, nella sua parte conclusiva, la mostra accenna alle trasformazioni in atto sul corpo fisico dell’Italia nel tempo presente. Lo fa attraverso la presentazione dei risultati della call Italy in a frame che intende fare il punto sullo stato attuale del paesaggio italiano.
Triennale di Milano
Via Alemagna, 6
Convegno il 27/11 H. 11.30
Mostra aperta fino al 6/3/2016
Orari: Martedi - Domenica, H.10.30 - 20.30
Ingresso: 8,00/6,50/5,50 Euro