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26 marzo 2018

"Cells", la sanità del futuro alla Statale di Milano

Per il Fuorisalone 2018 Filippo Taidelli Architetto realizzerà un’installazione scenografica e interattiva, che riflette sull’impatto della tecnologia nel mondo della sanità, là dove sorse il più antico ospedale milanese, la Ca’ Granda.
All’interno dell’antico Cortile dei Bagni, l’architetto Filippo Taidelli dello studio FTA mette in scena una visione del futuro nel rapporto tra uomo, architettura, tecnologia, salute e cura. 
Cells, un’installazione evocativa che traduce l’anima dell’ospedale del futuro in forma, suono e luce, sarà alla Statale di Milano dal 16 al 28 aprile nell’ambito dell’evento INTERNI FUORISALONE 2018 per la mostra INTERNI HOUSE IN MOTION 2018 –20 YEARS. L’opera si pone l’obiettivo di “far vivere” ai visitatori il tema del cambiamento che la tecnologia porta nel nostro rapporto con diagnosi, cura e assistenza: un interrogativo che nasce dall’esperienza che l’architetto Taidelli ha sviluppato nell’ambito della progettazione di strutture socio -sanitarie come il Campus Humanits University e la Clinica Humanitas San Pio X a Milano. 

Cells è un’opera di architettura effimera che deve la propria genesi al confronto dialettico che l’architetto Taidelli ha sviluppato nel tempo con il Prof. Raffaello Furlan, Professore Ordinario Medicina Interna, Humanitas University e con il dott. Michele Gatti di IBM Italy, Research & Business. L’installazione è collocata in una delle location da sempre più spettacolari e visitate della design week milanese. 
Quell’Università Statale che nel 1456 fu l’Ospedale Maggiore voluto dal Duca di Milano Francesco Sforza nel progetto del Filarete. Un sottile fil rouge collega quindi il passato al presente, l’architettura rinascimentale all’installazione che mostra il prototipo della sanità che verrà. La struttura progettata da Filippo Taidelli si colloca nel Cortile dei Bagni, uno dei luoghi più evocativi dell’antico ospedale, cadenzato da un doppio ordine di portici e dalla rigorosa simmetria della regola rinascimentale. Inizialmente il cortile era deputato alla degenza dei nobili, ricoverati a pagamento, ed era denominato “cortiletto dei gentili uomini”; successivamente assunse il nome di “cortiletto separato delle donne”, essendo prevalentemente riservato alle partorienti. A partire dal XVIII secolo, fu eretto il complesso dei bagni, con vasche separate per uomini e donne, a cui si affiancò dal 1802 l’utilizzo di vasche per un’immersione parziale, destinati all’idroterapia e collocati nelle infermerie. Alle spalle della crociera, un tempo affollata di pazienti in corsia e oggi animata dal brulicare di studenti, l’ingresso in questo cortile interno proietta il visitatore in uno spazio armonico e dal silenzio monacale.

Il concept
L’etimolgia del termine Cells rispecchia il concept dell’installazione: l’anima virtuale e domestica della sanità di domani. Se infatti per la biologia la cellula è l’unità morfologica e funzionale di tutti gli organismi viventi, nell’ambito architettonico il termine latino cella richiama una piccola stanza, proprio come i due padiglioni che costituiscono l’installazione. 
Cells si compone di due cellule di vetro di uguali dimensioni ma caratteristiche formali antitetiche, che instaurano un dialogo visivo collocandosi agli angoli opposti del Cortile dei Bagni. L’installazione vuole aprire al pubblico una finestra sulla sanità del futuro, offrendo l’opportunità di vivere in prima persona quelli che saranno le due anime di questo cambiamento: da un lato l’attenzione dell’interior design a rendere “domestico” lo spazio ospedaliero, dall’altro “la sanità virtuale” con la conseguente “deospitalizzazione”. La prima cellula, trasparente ed estroversa, è pensata per amplificare il rapporto con l’ambiente come elemento terapeutico; la seconda, introversa e riflettente, proietta il visitatore nel mondo “virtuale”, in un’atmosfera fantascientifica evocata da una finestra artificiale in grado di riprodurre l’effetto della luce del sole anche di notte. All’interno delle cellule si stagliano due “schegge” monolitiche di grés effetto pietra, che come delle quinte sceniche offrono punti di vista per la contemplazione degli elementi naturali ed artificiali caratterizzanti le due cellule. Di notte il dialogo visivo tra i due ambienti viene tramutato in un’installazione luminosa progettata da Rossi Bianchi lighting design. 
Una installazione sonora di Nicola Rattisound designer accompagna questo dialogo luminoso tra i due padiglioni, completando l’esperienza del visitatore nel percorso di Cells. La posizione dell’ospite è sempre centrale all’interno della cellula, a sottolineare come, nella sanità del futuro, la necessità di mantenere l’uomo al centro sia fondamentale, nonostante l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale, che saranno sempre di supporto e non di sostituzione. Il mondo della sanità sta infatti attraversando una profonda quanto rapida evoluzione. L’innovazione tecnologica permette di velocizzare i processi e la precisione della diagnosi e di delocalizzare molte funzioni. In un futuro non lontano, macchine dalle capacità cognitive e sembianze sempre più “umane” affiancheranno il personale e formeranno i medici del futuro. Un cloud gestirà tutte le comunicazioni a distanza, tra diversi specialisti e tra medico e paziente, arrivando anche nelle zone più remote del pianeta, non servite da assistenza sanitaria. A ciò si affianca la crescente necessità di far sentire i pazienti protetti, assistiti e ascoltati, creando delle strutture dall’atmosfera più domestica che ospedaliera, che favoriscano il comfort psico-fisico e i rapporti tra degenti e staff. Ciò significa rendere gli ospedali più caldi e intimi, introdurre la vegetazione e la luce come strumenti terapeutici e di sensibilizzazione ambientale, ma anche creare degli involucri (temperatura, umidità, luminosità) che siano adattabili ai bisogni specifici dell’utente. Con la telemedicina il confine tra casa e ospedale sarà sempre più intangibile: avremo la possibilità di curarci dalla nostra abitazione assisiti a distanza e di stare in ospedale sentendoci a casa. A questo si accompagnerà una migrazione delle attività sanitarie nei luoghi che frequentiamo tutti i giorni, stazioni, centri commerciali, casa, che ridurranno drasticamente i nostri spostamenti per avere accesso alle cure. Al design spetta il delicato compito di dare forma a questo cambiamento: umanizzare l’interfaccia virtuale uomo –macchina per contenere l’alienazione dal mondo naturale e ridisegnare lo spazio della salute attraverso l’applicazione delle tecnologie, per renderlo più accogliente, sicuro ed efficiente in stretto contatto con l’ambiente naturale circostante. 
Come l’installazione Cells ci anticipa, per progettare i futuri spazi della sanità sarà necessario un approccio completamente nuovo, che permetta il rapido adattamento a una continua metamorfosi tecnologica, senza perdere mai di vista la centralità dell’uomo. 

Descrizione tecnica
Il progetto viene disegnato sulle misure della corte in cui si inserisce, con due cellule composte da vetro monolitico senza montanti per garantire la continuità dell’involucro, di 200 x 500 x 300 cm. Cells è il risultato del lavoro di un team interdisciplinare composto da progettisti, partner scientifici e aziende, tutti accomunati dall’avanzata ricerca in ambito sanitario. 
Vai alla scheda dello studio di progettazione: FILIPPO TAIDELLI ARCHITETTO