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18 aprile 2023

Carlo Blasi, l’italiano che ha rifatto Notre-Dame: «E nel 2024 la riapriremo»

Quattro anni fa andava a fuoco Notre-Dame. Oggi Carlo Blasi, l’architetto italiano che ne ha curato la messa in sicurezza poi il restauro, annuncia che la Cattedrale di Parigi potrà essere riaperta nei tempi stabiliti, alla fine del 2024.
Il mio lavoro è custodire la bellezza», dice Carlo Blasi, l’architetto italiano che sta rimettendo in vita la Cattedrale di Notre-Dame. La sua bellezza era stata destituita da un incendio proprio il 15 aprile di quattro anni fa. Convocato quattordici giorni dopo il disastro dal governo francese, da allora Blasi ha assunto l’onere di intervenire sulla struttura per conservare le espressioni artistiche, ma anche garantirne la stabilità. La sua è un’esperienza nata in Italia «che vanta il patrimonio più grande al mondo, ma anche tra i più a rischio, a causa dei terremoti e di altre catastrofi naturali». E’ sempre Blasi, infatti, che sta curando la rinascita della Cattedrale di Norcia, distrutta dal terremoto nel Centro-Italia. Anche questa esperienza è stata una eredità importante per lavorare su Notre-Dame.

«Il primo problema a Parigi è stata la messa in sicurezza: le volte erano danneggiate, quindi per i rilevi e le pulizie noi e gli operai lavoravamo sospesi alle funi. Ci sono voluti due anni e mezzo per rimetterla in sicurezza». La pandemia ha sospeso il cantiere solo pochi mesi, ma ha creato grossi ostacoli, ad esempio, per i voli di Blasi da Firenze a Parigi ogni settimana. «Un secondo grande problema la presenza di polveri di piombo che rendevano necessarie le mascherine, molte precauzioni, come il cambio di abito e la doccia prima di uscire». Ora si vedono i risultati di questo ingente impegno al punto che Blasi è sempre più persuaso di riuscire a riaprire il simbolo della Francia nei tempi indicati dal presidente francese Macron: 8 dicembre 2024.

«La settimana scorsa ho visto le prime due campate della facciata liberate e anche una parte del transetto non ha più i ponteggi. Per quella data la chiesa dovrebbe essere riaperta, ma questo non significa che il restauro sarà terminato». In questi giorni una nuova sfida li attende: «Abbiamo cominciato a ricostruire la guglia, è un impegno notevole perché dobbiamo prevedere un ponteggio alto 90 metri. Per riportarla alla luce tutto il legname è pronto e la base è già predisposta, per cui nei prossimi mesi verrà ricostruita; solo allora potremo togliere il ponteggio e intervenire anche nella parte centrale dove le volte sono crollate».

Il cantiere di Notre-Dame circonda la cattedrale: qui si trovano gli uffici, cioè tre palazzine prefabbricate di cinque piani dove lavora un centinaio di persone, mentre all’interno sono impiegati circa duecento operai. Una costruzione giorno dopo giorno che, però, secondo un cronoprogramma colossale, permetterà fra poco più di un anno di poter di nuovo varcare quella soglia e alzare, finalmente, lo sguardo al secondo cielo di Parigi, Notre-Dame.