Sa_partners, TAMassociati, Franco Giorgetta Architetto Paesaggista definiscono il masterplan che ripensa il cuore della capitale cantonale all’insegna della rigenerazione sostenibile a 360°
Presentato dalle autorità alla cittadinanza il giorno 22 ottobre, il piano delinea lo sviluppo dell’ampia porzione di territorio urbano, la più importante azienda dell'industria pesante di tutto il Cantone che per 130 anni ha rappresentato un motore economico per la città e che, entro pochi anni, sarà trasferito fuori dall’abitato.
Lo studio proposto (un Mandato di Studio Parallelo commissionato da Cantone, Comune e FFS-Ferrovie Svizzere), in competizione con altri 5 team internazionali) ha scandito l’insediamento ex Officine FFS in tre grandi fasce lungo l’asse longitudinale dell’area. Al centro, l’impianto urbanistico elaborato è dominato dall’Almenda, un grande polmone verde pubblico, pensato sia come infrastruttura verde locale sia come elemento di compensazione (con 6,4 ha di superficie biotica e 3,2 ha di superficie agricola) del prossimo insediamento industriale fuori città. L’Almenda sarà il nuovo, potente segno urbanistico, terreno fertile di biodiversità e climatizzatore naturale dell’abitato ai cui lati si svilupperà l’insieme delle strutture a carattere insediativo.
Costituirà inoltre la connessione visiva e ideale tra il Castello di Bellinzona (patrimonio Unesco) e la cosiddetta ‘Cattedrale’ (l’imponente edificio industriale in pietra, icona delle Officine), portatori di storia e identità della città. Lungo i perimetri di quest’area ri-naturalizzata e delimitata da ampie alberature e verde verticale – in cui permangono la ferrovia e 3 edifici di valore storico - è previsto uno sviluppo edilizio concepito per blocchi autonomi, estremamente flessibili e in grado di rispondere alle esigenze di phasing e di scenari in divenire.
Ne nascerà un ‘chilometro verde’, in simbiosi con la città, a legare il fiume e la montagna lungo la rotta nord-sud, con una fascia edificata caratterizzata da funzioni complementari di tipo commerciale, direzionale, amministrativo, didattico e di ricerca avanzata.
Gli usi comunali e cantonali, tra cui le scuole e il parco dell’innovazione, nonché gli alloggi cooperativi, sono organizzati intorno alla ‘Cattedrale’ e lungo i binari, mentre gli usi residenziali e i servizi sono concentrati a ovest.
Il progetto prefigura uno sviluppo equilibrato di tipologie, standard e architetture, secondo una logica di offerta abitativa diversificata per la comunità di Bellinzona e i nuovi cittadini che l’intervento saprà attrarre. Si prevede un sistema aperto capace di accogliere anche tipi di residenze innovative tra loro ibridate (cohousing, senior cohousing, temporary + affordable housing, mixed use lofts ecc.).
Inoltre, grazie alla ricerca e sperimentazione in atto da anni, il team è in grado di prevedere nuovi approcci realizzativi compatibili coi tempi del progetto, facendo ricorso a nuove generazioni di tecnologie microbiche ‘buone’ che regoleranno la generazione di energia e il trattamento di acque e rifiuti, ma non solo. Prosegue la sperimentazione su nuove generazioni di materiali costruttivi viventi e ingegnerizzati, alimentati da energia pulita, in grado di mantenere sani e resilienti gli ambienti attraverso processi microbici e influenzando il microbioma attraverso la progettazione di edifici e l'interazione umana.
Dall’utilizzo del cantiere stesso come miniera urbana di materiali alle strategie per dimezzare il consumo idrico, dall’attenta policy sul riciclo dei materiali alla creazione di un habitat naturalistico, dall’accessibilità e mobilità dolce agli obiettivi pianificati di politica energetica, alle azioni progressive rivolte alle zero-emissioni e al 100% di energia rinnovabile, all’introduzione di innovativi sistemi di memoria energetica e certificazioni di monitoraggio ambientale, ai contributi attivi alla vulnerabilità climatica, il progetto nel suo insieme propone un altissimo livello di sostenibilità complessiva, sia che in futuro si realizzino prospettive di sviluppo, sia che si verifichino scenari di rischio.
“Il contesto di grande volatilità climatica, economica e sociale che stiamo vivendo – commenta TAMassociati – impone quesiti mai emersi prima nella gestione delle complessità a livello planetario. La visione progettuale passerà dall'impostazione lineare (causa/effetto) a quella sistemica per scenari e feedback di verifica. La città del futuro sarà come un organismo vivente, flessibile, in grado di adattarsi ai cambiamenti che società e contesti in rapida evoluzione imporranno ai territori e alle comunità urbane”.