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27 gennaio 2022

Aperta a Budapest la Casa della Musica di Sou Fujimoto Architects

Un nuovissimo punto di riferimento culturale per la città, dedicato alla musica e al suono.
L'ambizioso progetto architettonico fa parte del più grande sviluppo culturale d'Europa, il Liget Budapest Project, che trasformerà l'esperienza della cultura di Budapest, inclusi la creazione e il rinnovamento di diverse istituzioni culturali, creando al contempo nuove opportunità di svago e aree verdi all'interno del parco cittadino centrale della città. Per la progettazione dell'imponente edificio di 9.000 mq, lo studio giapponese Sou Fujimoto Architects si è ispirato alla sinergia tra suono e natura, presentando l'edificio come una continuazione del contesto del parco nonché come ambizioso ripensamento di uno spazio museale del XXI secolo. La HHM è contraddistinta da un’ampia copertura ondulata, la struttura è intervallata da circa cento aperture di dimensioni variabili. Una traduzione visiva dell’immagine di un’onda sonora provocata dalla vibrazione di un oggetto. Le aperture permettono agli alberi di dialogare con la struttura e alla luce di filtrare al suo interno. La parte inferiore del tetto è decorata con 30.000 forme geometriche progettate per evocare le foglie degli alberi.
La facciata della Casa è rivestita da una cortina di vetro per creare un edificio completamente traslucido che confonde i confini tra spazio interno ed esterno. La facciata in vetro è composta da 94 pannelli realizzati su misura, termoisolanti, la cui altezza raggiunge, in alcune zone, quasi 12 metri.

La disposizione della Casa è impostata su tre livelli distinti che riflettono i tre movimenti di una partitura musicale e intrecciano natura e musica.
Il livello sotterraneo è uno spazio per mostre permanenti e temporanee; una cupola sonora unica, al livello del parco, ospita la sala da concerto con pareti di vetro e il palcoscenico all'aperto; il livello superiore, infine, è dedicato agli spazi educativi. Una delle caratteristiche più importanti dell’edificio, considerata una rarità in tutto il mondo, è la cupola sonora emisferica. Il concetto è stato ispirato dal compositore del XX secolo, Karlheinz Stockhausen, che ha creato la prima esperienza uditiva 3D sotto forma di una sala da concerto sferica, che ha debuttato all'Esposizione Universale del 1970 a Osaka, in Giappone.