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Anteprime dal cantiere del Museo dei Trasporti di Glasgow

Un capannone, o un edificio industriale collocato in una zona portuale. Il Museo dei Trasporti di Glasgow di Zaha Hadid, da poco ultimato nella parte esterna, prende le mosse dalle immagini vernacolari delle architetture delle zone di scalo, con falde spioventi ed un tipo di organizzazione spaziale a campate. Gli elementi popolari delle costruzioni destinate a stoccare le merci, disposte ritmicamente lungo le banchine, ritornano nel complesso scozzese: assorbiti, integrati, piegati nell’esigenza di restituire una nuova identità spaziale ad un brano di città periferico. Le campate del nuovo edificio museale perdono la consueta ortogonalità, legata alle esigenze puramente funzionali di una razionale distribuzione dei prodotti. Le fasce longitudinali sono piuttosto orientate nel tentativo di realizzare un collegamento fisico tra il tessuto urbano condensato e il fiume Clyde, promuovendo una relazione biunivoca tra le due polarità. Porosità: questo è l’elemento distintivo di un’opera che simbolicamente e funzionalmente concretizza il suo impegno nei confronti di un contesto marginale dalle relazioni tenue, offrendo un legame solido gestito tramite un percorso interno. Ai due poli dell’itinerario espositivo, contenuto entro pieghe sinuose che occupano interamente il lotto di intervento, le sezioni vetrate costituiscono un invito a percorrere il tracciato, per scoprire in ultimo, tra i pezzi esposti, il panorama fluviale della città scozzese.

Insomma, se le prime foto dell'edificio quasi ultimato vi hanno lasciato senza fiato,  fissatevi la data: l’ultimo capolavoro dell’architetto iracheno aprirà i battenti ad inizio estate 2011… da non perdere!

Di Beatrice Vegetti

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