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Ad Aviles si inaugura il Centro Niemeyer

I centodue anni di Oscar Niemeyer sono una cifra divenuta patrimonio mondiale, che ricorre dai magazine di design a quotidiani e riviste di stampo internazionale; spesso troviamo pubblicate le foto dell’architetto brasiliano in occasione dell’anniversario del suo compleanno, e già a partire dal tanto festeggiato centenario le sue vicende sono seguite con considerazione e stupore. Quello che meraviglia è soprattutto lo spirito di questo progettista che con grande determinazione segue le vicende dello studio e si aggira con blocco e matita per appuntarsi sensazioni, possibili progetti, ricordi che valgono più di fotografie. E che realizza quelle architetture così bianche e dalle forme geometriche pure che, pur trovando la loro radice nel movimento modernista, restituiscono un’immagine imperitura, fluttuante all’interno della linea temporale. Così è il Centro Niemeyer a Aviles, l’ultimo capolavoro del suo anziano creatore che attende per oggi, 25 marzo 2011, la festa di inaugurazione: il complesso culturale è, secondo le parole dell’architetto, il più grande progetto da lui realizzato su suolo europeo. E forse la definisce come “opera migliore” perché i corpi che articolano la fondazione spagnola ripercorrono le tappe salienti della sua carriera, sono una reminiscenza o un collage rivisitato di quanto ha costruito negli innumerevoli anni di fertile attività. Il Centro Niemeyer è costituito da tre edifici: un auditorium contenente 1000 posti a sedere, una torre di osservazione ed una cupola destinata a spazio espositivo. E se il secondo edificio ricorda immediatamente le forme del Museo di Arte Contemporanea di Rio de Janeiro, il fabbricato museale rievoca il vocabolario stilistico del Guimaraes National Museum di Brasilia; la cupola del teatro, infine, riecheggia il famoso Oca del Parque do Ibirapuera di Sao Paulo.  Alla candida finitura degli oggetti edilizi Oscar Niemeyer accosta qua e là toni di colore: il giallo, il rosso seguono, ancora una volta, l’imprinting modernista; e la terza tonalità, il blu, non è altro che lo sfondo naturale del mare che si insinua nella città di Aviles e sul quale si affaccia il polo culturale.

Di Beatrice Vegetti