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16 novembre 2018

A Venezia conto alla rovescia per l'M9, il museo dedicato al "secolo breve" firmato Sauerbruch Hutton

Apertura al pubblico fissata per il 1 dicembre. Un tuffo - multimediale - nei grandi eventi e nelle conquiste che hanno segnato la storia contemporanea.
Una grande enciclopedia digitale, ma interattiva ed emotivamente coinvolgente, racconta la storia dello scorso secolo. È il Museo del Novecento, meglio conosciuto con la sigla M9, che apre a Mestre il primo dicembre. Un museo di ultima generazione, innovativo, che affida tutta la narrazione alle tecnologie multimediali. La particolarità sta nell'aver costituito un nuovo distretto, esteso su 9.000 mq, che mette insieme funzioni culturali e commerciali per mirare all'autosufficienza economica e rigenerare un pezzo di città. Un distretto permeabile e altamente sostenibile sotto il profilo ambientale. D'altronde erano questi i due punti cardine del progetto con cui lo studio berlinese Sauerbruch Hutton vinse il concorso ad inviti nel 2010, spuntandola su nomi ingombranti, come Massimo Carmassi, David Chipperfield, Pierre-Louis Faloci, il duo Luis Mansilla e Emilio Tuñón, e Eduardo Souto de Moura.

Sono due gli edifici costruiti ex novo all'interno della nuova cittadella della cultura e dell'innovation retail, voluta e finanziata interamente dalla Fondazione di Venezia (nata dalla Cassa di Risparmio di Venezia), che vi ha investito 110 milioni e l'ha realizzata tramite la sua società strumentale, Polymnia Venezia. L'edificio principale, di nuova costruzione, è il museo, il quale si trova all'interno di un volume compatto che alterna all'esterno superfici in calcestruzzo a vista con una colorata texture di ceramica policroma, in tutto 13 colori che catturano le tonalità degli intonaci di Mestre. 

Al terzo piano c'è la grande “scatola bianca”, uno spazio per mostre temporanee ed eventi, illuminato dalla luce zenitale proveniente dal tetto a shed. Il piano terra ospita un auditorium-cinema con 200 posti dotati di visori per proiezioni di realtà virtuale. L'altro edificio di nuova costruzione ha le stesse caratteristiche del museo, stesso rivestimento in ceramica colorata, ma più piccolo e destinato ad ospitare spazi per il retail. La grande corte dell'ex convento è diventata una sorta di piazza coperta, adatta ad ospitare eventi culturali o rivolti alle aziende. Massima attenzione anche alle performance energetiche: 63 sonde geotermiche soddisfano interamente il fabbisogno legato al riscaldamento del museo e garantiscono il 40 per cento dell'energia necessaria al raffrescamento; 276 i pannelli fotovoltaici installati.
Scopri tutto su: M9 - MUSEO DEL NOVECENTO
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