Le Corbusier nel 1923 scrisse che l’avvento dell’automobile stava rivoluzionando radicalmente tutti i precetti dell’urbanistica. Oggi le nuove tecnologie applicate alla mobilità stanno operando una medesima trasformazione. È possibile cercare di immaginare quale volto assumerà la città del domani? Questa domanda è il presupposto del progetto “New Deal” ideato dallo studio Carlo Ratti Associati all’interno del progetto “Les routes du futur du Grand Paris” del Pavilion de l’Arsenal di Parigi e in mostra fino al 31 agosto 2019.
Carlo Ratti, classe 1971, è architetto, saggista e insegnante al MIT di Boston. Secondo lui la città del domani dovrà affrontare e adattarsi alle esigenze della nuova mobilità, come il car sharing, le biciclette on demand, i monopattini elettrici, i dati di traffico in tempo reale, le automobili elettriche e, presto, i mezzi a guida autonoma.
In questa mostra, guardando a un ipotetico 2050, vengono immaginate delle strade innovative e flessibili. Per esempio si ipotizzano strade rivestite di materiale fotovoltaico in grado di produrre l’energia necessaria ai mezzi che le attraversano. Oppure pavimentazioni dinamiche con la possibilità di variare il numero delle corsie in base alle esigenze.
Tema centrale è il problema delle periferie. Le strade del domani dovranno assumere un nuovo concetto: non essere barriere ma strumenti di collegamento per la ricomposizione di questi spazi. Infatti tra le proposte in mostra compare anche quella di una trasformazione del Boulevard Périphérique (strada comunale a scorrimento veloce a forma di un anello) per renderlo un luogo accogliente capace di ricomporre la spaccatura tra Parigi e le banlieue tramite nuove architetture sospese.