L’integrazione dei materiali nanotecnologici a funzionamento
fotocatalitico per impieghi edilizi ed
architettonici ha avuto inizio già alcuni decenni
fa, anche se è proprio a partire dagli anni duemila
che si è assistito ad una maggiore diffusione di materiali
di rivestimento caratterizzati da superfici funzionalizzate ad
hoc con impieghi dei più svariati. Il principio di funzionamento
di questi materiali si basa sulla presenza di particelle
di biossido di titanio di dimensione nanometrica al proprio
interno, le quali da un lato agiscono come fotocatalizzatore,
essendo in grado di decomporre molte molecole nocive
presenti sia negli ambienti esterni che interni in sottoparti
progressivamente più piccole (sfruttando l’energia luminosa
nello spettro UV e visibile), dall’altro invece conferiscono alla
superficie interessata una particolare proprietà fisica, la superidrofilia.