Palazzo di fuoco

Una facciata interattiva
Palazzo di Fuoco è uno degli edifici ico- nici della città di Milano progettato dagli architetti Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi (1958-1961). L’edificio originario presenta tre caratteristiche fondamentali: è un’architettura di vetro, è un edificio in continua comunicazione con la città ed è una galleria urbana permeabile. Anche oggi i temi conduttori del progetto di ristrutturazione, firmato da GBPA Architects, rimangono quelli di Minoletti: luce; colore e trasparenza; permeabilità; comunicazione e relazione con la città. L’immobile rimane coerente con la sua composizione originale: tre corpi di fabbrica di differenti altezze. Il corpo affacciato su Piazzale Loreto è composto da nove piani, il corpo affacciato su Viale Monza è di sette piani e quello verso Via Padova è di 4 piani, e 2 livelli interrati. Il progetto prevede la sostituzione degli infissi esistenti con elementi più performanti mantenendo invariato il disegno del prospetto, che rimane scandito dal ritmo regolare dei montanti principali, verticali ed orizzontali, e dei moduli vetrati. Gli elementi vetrati a tutt’altezza contribuiscono ad aumentare la trasparenza generale dei fronti e il rapporto fra interno ed esterno. Il tema della permeabilità è definito attraverso la realizzazione di una piazza
interna con copertura vetrata. La nuova corte diventa così un luogo vivibile, di incontro e di lavoro.
Gli accessi principali del complesso sono due, uno su Piazzale Loreto angolo Viale Monza e l’altro su Via Padova. Questa scelta progettuale permette di avere due reception di eguale valenza che rispondono alla richiesta di edificio bitenant. La reception sarà inoltre caratterizzata dalla grande parete attrezzata con verde pensile. La struttura del verde pensile riprende il classico schema delle facciate ventilate, con montanti e pannelli di rivestimento, sui quali viene steso un particolare tessuto tecnico in cui radicano le essenze vegetali. Fissata ad un muro, non necessita di alcuna lavorazione preliminare, ha ingombri ridotti e funziona con l’alimentazione continua dell’acqua. L’impianto di fertirrigazione non è visibile dall’esterno, e alimenta il giardino attraverso una microirrigazione dall’alto, costantemente controllata da una centralina di comando, programmata secondo le reali necessità del giardino. Il progetto delle nuove facciate si completa con il ripensamento dell’illuminazione notturna dell’edificio attraverso la tecnologia LED. L’edificio seguirà i requisiti del sistema di certificazione LEED V4.
Pubblicato su Modulo 423, gennaio/febbraio 2020
Progettisti