Pochi sanno che agli inizi del secolo, in Lombardia, si è andata consolidando un'industria della prefabbricazione legata alla costruzione di manufatti decorativi per l'architettura eclettica che connotava, in quegli anni, lo sviluppo delle città. Elementi in bugnato, colonne, mensole, cornicioni resitono ancora oggi al tempo e fanno bella immagine di sé nel tessuto storico della città. Questa industria era costituita da cementisti/decoratori, ma anche architetti che predisponevano i cartoni su cui impostare le sagome dei singoli elementi in una sorta di costumizzazione ante litteram. Poco di rimane di questa tradizione artigiana, ma ci piace pensare che in qualche modo l'esempio di Palazzo Italia riscopra riscopra in sé una vocazione a un uso del cemento innovativo con forme complesse e modalità realizzative fino ad ora mai sperimentate.
Tutto nasce da un connubio tra l'industria rappresentata dalla ricerca di Italcementi e la creatività unitamente alla voglia di sperimentare del gruppo di progettazione che fa capo a Nemesi & Partner e che ha raccolto la sfida.
Palazzo Italia è il luogo di questa sperimentazione innovativa attuata attraverso forme complesse dell'organismo strutturale cui si sovrappone la trama delicata di questa foresta urbana realizzata con il cls biodinamico. La complessità dell'operazione è apparsa a tutti coloro che, a vario titolo, sono stati coinvolti dovendo gestire l'intero processo progettuale, attraverso l'uso di software di modelazione 3D, l'unico in grado di definire in modo compiuto i margini di tolleranza tra le molteplici componenti implicate. Durante le prime fasi della messa a punto del progetto esecutivo sono stati effettuati una serie di test su un modello in scala presso la galleria del vento del Politecnico di Milano allo scopo di valutare gli effettivi sfrozi del vento sulle facciate e sulla copertura vetrata del fabbricato. Il grosso lavoro di messa a punto della geometria dei manufatti, anch'esso sviluppato attraverso software dedicati, in particolare Catia (Dassault) è stato portato avanti dal gruppo di Styl - Comp (ing. Oscar Paganini).
Styl - Comp ha provveduto a mettere a punto il processo fabbricativo dei componenti sia con una nuova centrale di betonaggio per il controllo dei donaggi finissimi, sia attraverso la creazione di una batteria di casseri verticali in grado di sviluppare i due "layer geometrici" che costituiscono la struttura di base delle ramificazioni. Questi, unitamente agli elementi geometricamente più complessi delle parti basamentali dell'edificio (piedi e intradossi), costituiscono gli altri 900 elementi, ciascuno diverso dall'altro che formano la pelle e l'immagine finale di Palazzo Italia. Un sacondo elemento di complessità è rappresentato dal sistema di sospensione in carpenteria metallica destinato a supportare anche sismicamente ciascun elemento. Il posizionamento di questa carpenteria ha richiesto un continuo controllo topografico in cantiere per ridurre al minimo gli errori, considerando che il gioco di accoppiamento tra ciascun pannello e l'altro non è superiore ai 10 mm. Questo ha anche condiuzionato le sequenze di posa delle singole facciate che sono state realizzate in successione a partire dal gennaio 2015 (ovest, sud, est e nord) e soprattuto con grandi difficoltà per le porzioni di involucro prospettanti la piazza interna dove in contemporanea si doveva provvedere al monitoraggio della struttura e dei vetri nella vela di copertura e dei vetri delle facciate dell'edificio. Tutto questo grande sforzo progettuale, costruttivo e organizzativo poco appare, oggi, a chi si trova a visitare Palazzo Italia, ma basta poc, affacciandosi alla base del fabbricato dietro la quinta marmorea della pelle per essere colpiti dalla natura ciclopica del sistema di supporto impiegato.
L'aspetto innovativo dovuto alla grande duttilità del materiale che si presta per realizzare manufatti di grande qualità e complessità rimane, dunque, il portato più significativo della costruzione di Palazzo Italia. Non dobbiamo trascurare comunque, in tutte le vicende di cantiere, che tutto questo non avrebbe potuto essere realizzato senza il contributo di tutti coloro che vi hanno lavorato a partire dalla direzione lavori che ha affiancato i progettisti e le imprese in questa impresa straordinaria. Palazzo Italia si affaccia sul viale del Cardo, largo 35 metri e lungo 325 che ospita molteplici attività espositive e istituzionali. Rivolto verso la Piazza d'Acqua, è il luogo di rappresentanza dello Stato e del Governo italiano. L'architettura, attraverso l'involucro e le sue articolazioni volumetriche, assume le sembianza di una ramificata foresa urbana. Il percorso espositivo consiste in un viaggio di scoperta all'interno dell'edificio-albero, che affonda le proprie radici a terra e libera rami e chioma verso l'alto. I visitatori attraversano tutti e quattro i livelli dell'area espositiva fino a raggiungere la terrazza panoramica e da qui ridiscendono attraverso un nuovo e diverso itinerario fino alla piazza centrale.