Metodo analitico: Ultima puntata

E' dall'89 che le strutture possono essere 11calcolate" per la resistenza al fuoco. Dopo varie fasi (D.M. del '98), oggi una nuova norma UNI (maggio 2001) introduce interessanti innovazioni. Tra l'altro per le finiture.
Nel lontano 1989 veniva pubblicata una  direttiva CEE, la "106" sui prodotti da costruzione in cui venivano definiti i requisiti essenziali riportati per esteso nell'allegato I.
La direttiva impone agli Stati membri di immettere sul mercato solo prodotti che sod­disfi no tali requisiti essenziali oltre ad altri requisiti prestazionali specifici dei singoli pro­dotti.
Nasce da tale direttiva, che è sempre opportu­no tenere presente, un'intensa attività norma­tiva europea che, in particolare per il requisito N. 2, richiede la definizione di nuovi criteri di controllo della sicurezza in caso d'incendio. In Italia, preesistendo la sola "91" del 1961, veni­va tempestivamente pubblicata la norma UNI­WF 9502 del 1989 dal titolo "Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso" che dava un primo supporto operativo nell'attesa di recepire le normative europee che si andavano definendo.
In modo sorprendentemente rapido, il requi­sito della sicurezza in caso d'incendio veniva, con l'intervento dei comandi provinciali del CNWF, ad essere sempre più richiesto, spesso con la domanda generalizzata di resistenza per 120 minuti indipendentemente dal carico di incendio effettivo. L'industria dei prodotti da costruzione si adattava a tale richiesta, arri­vando a volte, come nel caso degli elementi prefabbricati per edifici industriali, a studiare nuove tipologie che permettessero, per le strutture precompresse, elevate resistenze al fuoco senza aumentare gli spessori strutturaH e senza maggiori costi.
Pubblicato su Modulo 276, novembre 2001