Esistente energivoro: l’incertezza sugli esiti della riqualificazione

In questi anni le regolamentazioni energetiche di molti paesi europei ed extra-europei hanno aggredito i consumi energetici del patrimonio edilizio esistente attraverso politiche intese da un lato a migliorare le prestazioni energetiche degli involucri edilizi e dall’altro a incrementare l’efficienza energetica dei sistemi impiantistici al loro servizio. Tali politiche non hanno però dato i risultati sperati: si è visto che i consumi energetici reali non sono diminuiti come ci si aspettava, anzi, in alcuni casi, i dati statistici hanno dimostrato un inspiegabile incremento dei consumi. In sostanza sembra che, nonostante le prestazioni degli involucri edilizi e dei sistemi impiantistici migliorino, le attività che si esercitano negli edifici, i comportamenti degli occupanti e le modalità con cui si gestiscono gli impianti energetici condizionino di fatto l’entità dei consumi. Questa incertezza sugli esiti degli interventi di riqualificazione energetica finisce per allontanare dal mercato del risparmio energetico gli investitori, piccoli e grandi, che si aspettano di avere chiare indicazioni sull’effettivo rapporto costo/benefici degli interventi. Il contesto socio economico, non solo europeo, non può permettersi un rilassamento della tensione riguardante la necessità di diminuire i consumi energetici degli edifici ed occorre quindi incrementare le conoscenze sugli usi finali dell’energia negli edifici e sui fattori che li determinano per meglio comprendere le logiche di formazione dei consumi energetici ed intervenire più efficacemente. Il Research Strategic Plan 2010-2015 di ASHRAE (American Society of Heating Refrigerating Air Condirtioning Engineers) “Navigation for a Sustainable Future” riporta infatti come primo obiettivo di ricerca per i prossimi anni la massimizzazione della prestazione energetica reale degli edifici e degli impianti al loro servizio attraverso una maggiore comprensione dei fattori tecnici, economici, istituzionali ed umani che contribuiscono a creare la divergenza fra consumi energetici calcolati e consumi energetici reali, essendo i secondi spesso maggiori dei primi, pur in presenza di condizioni interne peggiori di quelle attese.
Quelli indicati da ASHRAE sono aspetti del tutto condivisibili e trasferibili nella realtà italiana. Anche se alcuni di essi richiedono approfondimenti ascrivibili al campo della ricerca scientifica, la gran parte di essi richiedono soltanto codici di pratica e quindi meritano una riflessione da parte di tutti gli enti, pubblici o privati, proprietari di grandi patrimoni immobiliari o anche di singoli edifici, che intendono attivarsi per attuare una strategia di contenimento dei consumi energetici.

Autore: Marco Filippi
Pubblicato su Modulo 367/2011