Edouard François

Non ama la fashion sustainability. Un onesto senso del costruire domina i suoi progetti, senza affermazioni identitarie o prevaricazioni formali, adeguandosi ai luoghi e alle circostanze. Sulle tracce di un’umanità in evoluzione
Edouard François è uno dei maggiori esponenti della Green Architecture, quella forma espressiva che nasce da uno stretto legame tra l’opera architettonica e il contesto naturale e sociale di appartenenza, creando forme che migliorano la qualità della vita dell’uomo e gli spazi pubblici. In un recente incontro, organizzato da Ute Oberrauch presso la Fondazione Architettura Alto Adige a Bolzano, l’arch. François ha raccontato la sua opera: appariscente, simpatico, estroverso, espressivo usa un linguaggio architettonico provocante e metaforico. Dietro a questa eloquenza architettonica c'è una decisa volontà di sostenibilità, un forte radicamento al contesto in cui si insedia, un’attenzione al dettaglio e alla matericità delle opere. Tre sono sostanzialmente gli aspetti centrali nel suo progetto di architettura: la dimen- sione tecnica, economica e giuridica; la creatività e l’attenzione per il contesto; la riflessione sull’uomo e sulle sue esigenze. La sua attività si estende in tutta Europa, privilegiando funzioni che hanno un forte carattere sociale, come il social housing, gli alberghi, l’edilizia scolastica e i centri commerciali e il recupero della storia e la rigenerazione urbana a scala urbanistica. Anche qui si vede un’attenzione partico- lare per il rispetto degli aspetti geografici, climatici, storici e sociali di una città: la critica lo ha riconosciuto come esponente di uno stile che nasce dal connubio tra “esprit francese” e “sostenibilità tedesca”, tanto da essere nominato un eloquente cerimoniere dell’eco-barocco (Oberrauch, 2015). Nei progetti di riqualificazione e di rigenerazione urbana una sorta di “urban collage”, basato su un’architettura “camaleontica” che riprende l’estetica dell’architettura storica, utilizzando materiali innovativi e creando sovrapposizioni e sconvolgimenti tipologici. Lui stesso parla di un edificio in continuo divenire, che si trasforma in base alle esigenze dell’uomo: “Un edificio modificabile come una favela moderna” (François, 2015).
Pubblicato su Modulon 402, luglio/agosto 2016
Studi di Progettazione