Materiali e tecnologie hanno un ruolo fondamentale nei processi di trasformazione culturale e sociale, non solo per lo sviluppo tecnologico di molti settori, ma soprattutto nelle rigenerazioni urbane e nelle dinamiche di mitigazione della crisi climatica in atto.
Il settore delle costruzioni è il più grande consumatore mondiale di materie prime ed energia primaria ed il costruito è responsabile per circa il 40% delle emissioni globali di anidride carbonica.
Queste percentuali sono destinate ad aumentare, e con esse l'impatto delle emissioni della filiera dei materiali da costruzione.
Il patrimonio edilizio mondiale, è destinato a raddoppiare entro il 2060, incidendo con circa 100-200 giga tonnellate di carbonio incorporato derivante dai soli materiali da costruzione. Questo equivarrà a costruire una città grande come New York ogni 34 giorni fino al 2060[1,2]. A questi dati va aggiunto l’incremento della popolazione globale, che secondo alcune fonti (2019) potrebbe raggiungere i 10 miliardi entro il 2050, con la conseguente necessità di creare nuove strutture e infrastrutture. Infatti, circa il 75% delle infrastrutture che esisteranno nel 2050 dovranno essere realizzate nei prossimi anni. Risulta chiaro che il settore delle costruzioni subirà un’inevitabile espansione, fornendo però un’enorme opportunità di transizione verso un costruito a basse emissioni di carbonio.