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16 giugno 2014

PROFESSIONE - Architetti vs edifici abusivi alla festa dell'Architettura a Lampedusa

Non condoni, ma riforme e progetti.
 
L’impegno degli architetti italiani è quella di testimoniare da luoghi difficili e particolari - quale è Lampedusa - la responsabilità nuova che la professione si assume nell’individuare quelle che sono le priorità verso i cittadini perché l’architettura sia davvero per tutti ed al servizio della collettività nel senso più alto e nobile del termine. Il Paese deve diventare più civile non attraverso “emendamenti” ma attraverso “riforme”. Fatti come Expo e Mose non accadono solo per colpa della politica perché nessuno può dirsi innocente ed anche noi forse non abbiamo fatto tutto ciò che era necessario fare”. 
Lo ha detto Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, in occasione della “Festa dell’Architetto” in corso di svolgimento a Lampedusa.