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23 settembre 2014

NIETO SOBEJANOS ARQUITECTOS - Bologna, dal 24/9 al 25/10

In occasione della pubblicazione di un volume dedicato agli architetti Fuensanta Nieto e Enrique Sobejano, edito da  Electaarchitettura, apre il 24 settembre 2014 la mostra dedicata ai due architetti al Mast di Bologna.

Dopo essersi laureati all’Università di Madrid, nel 1985 Nieto e Sobejano hanno dato vita allo studio che porta il loro nome e in breve tempo si sono fatti conoscere oltre i confini spagnoli tra i giovani architetti più dotati e promettenti. Hanno realizzato i loro lavori più impegnativi e rappresentativi nel campo della museografia, circostanza che ha fatto sì che Nieto e Sobejano si siano trovati a confrontarsi sia con il tema del recupero e del restauro di edifici storici, sia con nuove edificazioni, dando al contempo prove notevoli delle loro doti di allestitori di spazi espositivi. Con il restauro del Castillo de La Luz a Las Palmas (1999-2004), il Museo di Madinat al – Zahra nei pressi di Cordoba (1999 – 2009), il Centro de Creación Contemporánea sempre a Cordoba (2005 – 2011) e il Museo San Telmo a San Sebastian (2005 – 2011), Nieto e Sobejano hanno arricchito progressivamente il loro curriculum professionale di una serie di opere che dimostra come posseggano doti non comuni nell’interpretare in modi originali occasioni progettuali anche molto diverse, senza venir meno alla cifra che caratterizza il loro lavoro. Questa cifra si riassume nel rispetto della misura e nella capacità di rendere ogni costruzione il prodotto di interpretazioni non scontate delle specificità delle diverse contingenze delle quali ogni opera di architettura è il prodotto. Nieto e Sobejano hanno dato ripetute dimostrazioni di abilità nell’utilizzare i materiali costruttivi più diversi e nel trattarli creativamente. Si colgono le implicazioni di questo atteggiamento osservando la discrezione con cui volumi stirati, bassi, intonacati e bianchi sono stati da loro distesi come una tappeto tra gli intensi cromatismi della campagna andalusa, per proteggere le rovine della città ispanico-musulmana di Medinat al-Zahra, oppure il volume emergente e geometricamente squadrato del Museo San Telmo. Privo di aperture, illuminato grazie alla suggestiva trasparenza dell’involucro cementizio poroso, incastrato tra le preesistenze, il Museo San Telmo insieme a quello di Madinat al-Zahra è forse la migliore espressione della varietà delle strategie compositive grazie alle quali Nieto e Sobejano sanno rendere fecondi i dialoghi che intrattengono con gli ambienti storici in cui sono soliti lavorare. Considerazioni analoghe riguardanti la creatività con cui i due architetti sanno rendere manifeste le potenzialità ambientali e formali dei luoghi che accolgono le loro opere, le suggeriscono, per esempio, anche il Museo di Storia di Lugo (2007-2012) e i Museo Joanneum a Graz (2006-2012). Come si diceva e come questi cenni dovrebbero consentire di comprendere, scorrendo l’elenco delle opere di Nieto e Sobejano è sorprendente notare il numero dei musei e degli edifici destinati ad ospitare istituzioni culturali da loro costruiti. Affrontando queste tematiche, tra le più gratificanti e impegnative per un architetto, Nieto e Sobejano hanno offerto prove ormai difficilmente discutibili delle doti che consentono loro di occupare oggi il proscenio sulla scena dell’architettura internazionale.

Fuensanta Nieto si è laureata alla Escuela Técnica Superior de Arquitectura Madrid, la città dove è nata nel 1957, e ha proseguito i suoi studi presso la Columbia University a New York. Uguale è il percorso formativo seguito da Enrique Sobejano nato anch’egli a Madrid nel 1957.  Nel 1985 Nieto e Sobejano hanno formato lo studio che porta i loro nomi, presente a Madrid e, dal 2007, con una sede anche a Berlino, dove Sobejano insegna all’Universität der Kunste. Tra il 1986 e il 1991 Nieto e Sobejano hanno diretto la rivista “Arquitectura”, organo dell’Ordine degli architetti di Madrid. Nieto e Sobejano hanno insegnato o sono stati presenti nelle principali università in Europa e negli Stati Uniti. Le loro opere sono state esposte in più edizioni de La Biennale di Venezia, e in diversi musei o gallerie negli Stati Uniti e in Europa. Le loro opere sono state presentate dalle principali riviste specializzate internazionali e si sono guadagnate, in particolare il Museo di Medinat al-Zahra, diversi riconoscimenti e premi.




Bologna
MAST - Via Speranza 42
dal 24/9 al 25/10