Il terremoto che verrà

Sotto il profilo mediatico, di diffusione dell’informazione, ogni post terremoto si assomiglia: in sintesi tutto “si sapeva” prima e nulla “si era fatto” e “massima innovazione e rapidità d’intervento” si pianificano sempre per la fase ricostruttiva. Assurgono, con malcelato disagio, a estemporanea notorietà gli ingegneri (solitamente poco popolari e talvolta anche “scomodi”), i produttori di tecnologie antisismiche ad alta prestazione, i normatori e legislatori (sconosciuti).
Si parla di prevenzione e di investimenti, di complessità geologica e dei beni artistici e culturali (leggi architettonici) del Paese Italia. Poi … poco o nulla accade. Fino al terremoto successivo. 
Questa nota vuole mettere in guardia, senza tecnicismi, da una normativa che non riesce ad assicurare interventi sempre virtuosi. Si rivolge ai progettisti e alle imprese che costruiscono e ristrutturano nel quotidiano - edilizia civile, industriale e storica -, nonché ai responsabili amministrativi, che operano su un costruito già fragile e che rimane fragile. Si intende stimolare l’aggiornamento e la conoscenza dei temi specifici, con l’obiettivo di qualificare l’azione di ogni singolo progettista, di ogni impresa, di ogni consulente per poter trasformare davvero lo scenario del prossimo terremoto che verrà.


Pubblicato su Modulo 403, ottobre 2016